Caso Pantani : la verità

Pubblicato il 15-03-2016
ProAction supporta l’attività della Fondazione Marco Pantani, ricordando ogni anno nelle sue attività lo sfortunato scalatore romagnolo. E’ per questo che riportiamo una notizia che dà al caso Pantani la conferma di quello che per tanti anni Marco stesso, la famiglia, i conoscenti e gli amici hanno sempre sostenuto: ovvero che il romagnolo era stato vittima di un complotto.

In queste ore è stata ufficializzata la notizia del coinvolgimento della Camorra nel giorno che sancì l’inizio del calvario sportivo di Marco Pantani. Secondo la procura di Forlì, autrice dell’inchiesta, quella mattina del 5 giugno 1999 ci fu una alterazione del controllo del sangue del Pirata, autentico dominatore della corsa fino a quella tappa, con conseguente allontanamento dalla competizione e relativa squalifica. Fu l’inizio della fine sportiva e umana dello scalatore di Cesenatico.

L’uomo intercettato è lo stesso che, secondo Renato Vallanzasca, confidò in prigione al criminale milanese quale sarebbe stato l’esito del Giro d’Italia del ’99, ovvero che Pantani, che fino a quel momento era stato dominatore assoluto, non avrebbe finito la corsa.

Queste le parole di Mamma Tonina Pantani ai microfoni Mediaset: Finalmente la verità ! Ringrazio la Procura di Forlì che ci ha messo impegno.Sono parole che fanno male ma è una conferma di quel che si diceva. Non mi ridanno indietro Marco ma riabilitano la sua dignità anche se per me non l’aveva mai persa. Lo conoscevo bene, non ho mai accettato quella morte perché non era vera. Se quella mattina non si fosse sentito a posto, si sarebbe preso 15 giorni di riposo e poi sarebbe tornato, calmo”.