La triade della donna atleta

Pubblicato il 18-01-2018
Scoperta del 1992 e inizialmente caratterizzata da disordini dell'alimentazione, amenorrea e osteoporosi.

Nel 2014 il Comitato Internazionale Olimpico ha introdotto un termine più ampio: Relative Energy Deficiency in Sport (RED-S), comprendendo varie disfunzioni fisiologiche legate alla mancanza di energia che possono affliggere anche gli atleti maschi.

Gli sport associati a questa sindrome sono quelli di lunga durata come corsa, ciclismo e nuoto, quelli in cui l'aspetto fisico e il peso sono importanti, vedi pattinaggio artistico, ginnastica, danza ecc…

Un'atleta che ha un introito calorico negativo dovuto a molteplici fattori quali comportamenti alimentari errati e pratiche dietetiche scorrette come restrizione alimentare autoimposta, uso di lassativi o dieta vegana squilibrata, è esposta allo sviluppo della triade. Tra i disturbi alimentari esistono:

  • Anoressia nervosa: gli individui vedono loro stessi in sovrappeso, nonostante si trovino al di sotto del peso ideale calcolato in base all'età e all'altezza
  • Bulimia nervosa: gli individui hanno un normale range di peso, alternano condotte di iperalimentazione a vomito, iperallenamento, abuso di lassativi.

Un basso introito calorico causa alterazioni nel sistema cardiovascolare, endocrino, riproduttivo e scheletrico, vi sono alterazioni a livello estrogenico che portano ad anormalità del ciclo mestruale: amenorrea, oligomenorrea e problemi di ovulazione.

Il ciclo mestruale ha una durata normale di circa 28 giorni, con una variabilità di più o meno 7 giorni: si parla di Oligomenorrea se la durata è superiore ai 35 giorni e Amenorrea se si ha assenza di mestruazioni nella donna in età fertile; l'amenorrea si suddivide in Primaria se si ha assenza di mestruazioni all'età di 16 anni o Secondaria se si ha assenza di mestruazioni per più di tre cicli consecutivi nella donna in età fertile.

Lo screening per diagnosi di triade si fa per atlete con un totale di 6 mesi di alterazione del ciclo.

L'amenorrea è causata da una scarsa produzione di GnRH, ormone di rilascio delle gonadotropine, da parte dell'ipotalamo. Questo avviene quando stress fisici ed emotivi interagiscono con il rilascio delle catecolamine ed endorfine, inibendo il GnRH. Lo sport attiva l'adrenalina che inibisce direttamente il rilascio di questo ormone. Lo scarso apporto calorico altera inoltre ormoni tra cui insulina, cortisolo, ormone della crescita e leptina.

L'interruzione delle mestruazioni annulla l'effetto protettivo degli estrogeni e dell'esercizio fisico sulla densità ossea, aumentando le perdite di calcio e di massa e esponendo l'atleta a rischio di fratture.

Si parla di osteoporosi precoce che può determinare nell'atleta la fragilità ossea e successive rotture da stress; se la perdita di calcio avviene nel periodo di picco della formazione di massa ossea (18 anni) il problema diventa irreversibile.

Le personalità più a rischio sono quelle estremamente competitive, perfezioniste, esageratamente autocritiche, compulsive nei comportamenti, con continue fluttuazioni di peso, storico di atteggiamento depressivo, che in passato hanno ricevuto commenti negativi sul cibo da persone emotivamente influenti, chi ha iniziato presto a fare sport, chi spesso si trova in overtraining, ha frequenti traumi, fa allenamenti inappropriati e ha stati d'animo altalenanti.

I fattori di rischio esterni possono essere la pressione psicologica della “vittoria a qualsiasi costo'' da parte di allenatori o genitori, isolamento sociale dato dall'eccessivo coinvolgimento nello sport, ridotta performance in caso di aumento di peso.

Il trattamento della triade è un approccio multidisciplinare dal dietologo allo psicologo, con il supporto di allenatori e famiglia.

La prevenzione avviene grazie a educazione e informazione.

I suggerimenti pratici nel campo della nutrizione, utili per introdurre le atlete alla corretta nutrizione e per raggiungere un corretto apporto calorico giornaliero:

  • Fare sempre colazione
  • Fare spuntini a metà mattina e metà pomeriggio
  • Limitare il consumo di salumi, cioccolata, dolci, caramelle, bevande zuccherine gassate.
  • Limitare l'utilizzo di fast-food
  • Scoraggiare il consumo di merendine o spuntini ricchi in grassi saturi e zuccheri semplici, eventualmente sostituendoli con barrette proteiche a corretta composizione nutrizionale
  • Assumere almeno 5 porzioni di frutta e verdura durante la giornata
  • Variare le scelte alimentari
  • Adeguare il consumo di latte e derivati per garantire l'assunzione di calcio, in caso di intolleranza al lattosio valutare acque ad alto contenuto di calcio
  • Adeguare il consumo di uova, pesce e carni magre per garantire un corretto apporto di proteine, visto l'aumentato fabbisogno proteico valutare l'inserimento nella dieta di proteine del latte o da fonte vegetale in polvere
  • Adeguare il consumo di cereali per garantire un corretto apporto di carboidrati a lento assorbimento
  • Pianificare idonee razioni di recupero e pasti finito l'allenamento e la gara
  • Assicurare una corretta e adeguata assunzione di liquidi, elettroliti e carboidrati durante l'allenamento